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Rappresentazione visiva dell'articolo: Piano economico-finanziario: 

come strutturarlo e perché è indispensabile per l’impresa

Quando si parla di gestione d’impresa, uno degli strumenti più utili per tradurre le strategie in numeri concreti è il piano economico-finanziario. Più di un semplice prospetto di dati, questo documento rappresenta una proiezione pluriennale che integra risultati economici, flussi di cassa e struttura patrimoniale.

In questo articolo vedremo cos’è, come si compone e perché non può esistere senza una chiara strategia di fondo.


🚀 Che cos’è un piano economico-finanziario

Il piano economico-finanziario è un bilancio preventivo pluriennale, di norma su un orizzonte di 3-5 anni, articolato in tre prospetti principali:

Conto economico previsionale → stima di ricavi e costi futuri legati alla gestione aziendale.

Prospetto dei flussi finanziari → dettaglio di tutte le entrate e uscite di cassa, incluse operazioni straordinarie come nuovi finanziamenti o investimenti.

Stato patrimoniale previsionale → fotografia della situazione aziendale a fine periodo, con l’evidenza delle attività, del patrimonio netto e delle passività.


Questi prospetti permettono di tradurre in termini numerici le scelte strategiche, stimando il fabbisogno di capitale e le modalità di copertura.


🧩 Come si costruisce

A differenza del bilancio d’esercizio – che segue regole contabili e formati standard – il piano economico-finanziario è uno strumento flessibile, adattato alle esigenze di chi lo redige e dei potenziali destinatari, come investitori o istituti di credito.

Un esempio di struttura può includere:

● un conto economico triennale con previsioni di vendite, margini e utili;

● un prospetto dei flussi di cassa sia sintetico (impieghi e fonti complessive) sia analitico (piano di tesoreria dettagliato, ad esempio per trimestre o mese);

● uno stato patrimoniale riclassificato per evidenziare meglio impieghi e fonti, utile per valutare equilibrio e solidità finanziaria.


📈 Un tassello del piano strategico

Uno degli errori più comuni è pensare che il piano economico-finanziario sia solo un esercizio di calcolo. In realtà è la fase conclusiva di un lavoro strategico più ampio, che comprende:

1. Idea imprenditoriale → cosa produrre, per chi e con quale proposta di valore.

2. Modello di business → come l’azienda crea, distribuisce e cattura valore.

3. Piani operativi → progetti e azioni concrete per raggiungere gli obiettivi.

4. Proiezioni economico-finanziarie → i numeri che traducono le scelte in risultati attesi.


Senza questa base strategica, il documento rischia di trasformarsi in una semplice proiezione di dati passati o in un “libro dei desideri” poco credibile agli occhi di banche e investitori.


💡 Esempio pratico

Immaginiamo un’azienda alimentare che vuole ampliare la propria gamma con una nuova linea di prodotti biologici. Prima di stimare vendite e costi, dovrà definire:

● il mercato di riferimento e la strategia di posizionamento;

● le risorse e competenze necessarie;

● il piano di produzione e distribuzione;

● le azioni di marketing previste.


Solo dopo questo lavoro sarà possibile redigere un conto economico previsionale affidabile, un prospetto dei flussi di cassa che includa investimenti e finanziamenti, e uno stato patrimoniale che rifletta la nuova struttura aziendale.


🔍 Perché è fondamentale

Un piano economico-finanziario ben costruito consente di:

● anticipare il fabbisogno di liquidità;

● valutare la sostenibilità economica delle scelte strategiche;

● comunicare in modo chiaro con banche e investitori;

● ridurre il rischio di errori di pianificazione.


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