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Rappresentazione visiva dell'articolo: Cyber Risk: 

quando il Rischio diventa troppo grande per essere assicurato

Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’escalation senza precedenti degli attacchi informatici contro infrastrutture critiche, aziende strategiche e organizzazioni pubbliche. Minacce che non sono più semplici incidenti tecnologici, ma veri e propri eventi sistemici con impatti su scala globale.

Eppure, proprio mentre il rischio cresce in complessità, frequenza e impatto economico, la possibilità di trasferirlo sul mercato assicurativo si riduce.

Nasce così un paradosso pericoloso: il rischio cyber diventa in parte “non assicurabile”, lasciando le aziende esposte proprio quando ne avrebbero più bisogno.


🔹 Il paradosso dell'inassicurabilità

Tradizionalmente il business assicurativo si fonda su logiche probabilistiche: calcolare la frequenza e la severità di un evento, definire un premio adeguato, e suddividere il rischio tra molti assicurati. Ma questa logica entra in crisi quando si parla di cyber risk.

Gli attacchi informatici possono:

⚠️ colpire simultaneamente più settori e Paesi;

⚠️ essere sponsorizzati da Stati;

⚠️ causare interruzioni prolungate a servizi essenziali;

⚠️ generare effetti a catena lungo le supply chain globali.


Risultato? Le compagnie assicurative alzano i premi, impongono esclusioni, o si ritirano del tutto da scenari ad alto impatto. In particolare, gli attacchi a infrastrutture strategiche e i ransomware su larga scala sono spesso esclusi dalle polizze standard.


🔹 L’illusione della copertura

Questa fuga delle assicurazioni genera un vuoto di protezione proprio nel momento in cui le aziende sono più vulnerabili. Secondo una stima di Allianz, il costo medio di un data breach per una grande impresa ha superato i 4,5 milioni di euro nel 2023. E questo senza considerare gli impatti reputazionali, normativi e finanziari a lungo termine.

In un’economia sempre più digitalizzata, un attacco informatico può paralizzare interi ecosistemi.

Lo abbiamo visto con:

⚠️ l’attacco a Colonial Pipeline nel 2021, che ha interrotto la distribuzione di carburante negli USA;

⚠️ gli attacchi ransomware agli ospedali europei durante la pandemia.


🔹 Il ruolo strategico del risk management

Per i Chief Risk Officer (CRO) e i board aziendali, la sfida non è più solo tecnologica, ma strategica. Il cyber risk deve essere affrontato come una priorità a livello di governance.

Ecco come:

Governance consapevole

i consigli di amministrazione devono comprendere e supervisionare il rischio cyber come parte del rischio d’impresa.

Business continuity realistica

prepararsi a scenari complessi, non solo attraverso documenti, ma con esercitazioni pratiche.

Risk management integrato

includere il rischio cyber nei modelli di stress test, audit interni, e report ESG.

Soluzioni alternative

captive insurance, partnership pubblico-private, condivisione di threat intelligence.


🔹 Cultura della resilienza

Il cyber risk evolve più velocemente delle normative, delle soluzioni tecnologiche e delle coperture assicurative. Per questo motivo, la vera differenza la fa la cultura organizzativa.

Una cultura orientata alla resilienza significa:

✔ formare costantemente il personale;

✔ coinvolgere il top management in scenari di crisi;

✔ creare un linguaggio comune tra tecnici e decisori;

✔ incentivare la prevenzione, non solo la reazione.


🔹 Conclusione

Il futuro è adesso! Il rischio cyber non è più confinato all’IT. Oggi coincide con la continuità operativa, la reputazione e la stessa sopravvivenza dell’impresa. Non affrontarlo in modo strategico equivale a giocare d’azzardo con il futuro aziendale.

In un mondo iperconnesso, dove ogni impresa è parte di una rete globale, la domanda chiave diventa: quanto siamo davvero preparati a resistere e ripartire dopo un attacco?


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