
Costi Fissi e Variabili: guida alla classificazione e all’impatto sulla gestione aziendale
Alessio Trottarelli
10 marzo 2025
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Nel mondo della gestione aziendale, comprendere la distinzione tra costi fissi e variabili è fondamentale per ottimizzare la redditività e pianificare strategie finanziarie efficaci.
La classificazione dei costi aiuta a valutare la sostenibilità economica di un’attività e a prendere decisioni consapevoli per il futuro.
Costi Fissi e Variabili: Definizione e Differenze
🔹 Costi Fissi
I costi fissi sono quelle spese che rimangono costanti indipendentemente dal volume di produzione o vendita. Sono costi che l’azienda deve sostenere anche se non produce o vende alcun bene o servizio.
✅ Esempi:
✔ Affitto di locali aziendali o commerciali
✔ Stipendi del personale amministrativo
✔ Canoni per software gestionale
✔ Assicurazioni e leasing su macchinari
📌 Caratteristica principale: Non variano con la produzione o il fatturato, almeno nel breve periodo.
Tipologie di Costi Fissi e Caratteristiche
🔹 Costi Fissi Impegnati
Sono quei costi strutturali e necessari per mantenere operativa l’azienda, difficili da ridurre nel breve periodo.
Esempi:
✔ Ammortamenti di macchinari
✔ Affitto del magazzino
✔ Contratti di leasing
🔹 Costi Fissi Discrezionali
Sono costi fissi che possono variare in base alle scelte aziendali. Ad esempio:
✔ Spese di marketing e pubblicità
✔ Formazione del personale
✔ Investimenti in ricerca e sviluppo
📌 Un concetto chiave: Nel lungo periodo, anche i costi fissi possono diventare variabili, ad esempio con l’espansione o la riduzione della capacità produttiva.
🔹 Costi Variabili
I costi variabili cambiano in base al livello di attività aziendale. Maggiore è la produzione o il volume di vendite, più alti saranno questi costi.
✅ Esempi:
✔ Materie prime (es. farina e lievito per un panificio)
✔ Energia elettrica per macchinari industriali
✔ Costi di imballaggio e spedizione
✔ Provvigioni per agenti di vendita
📌 Caratteristica principale: Aumentano o diminuiscono proporzionalmente ai volumi di produzione o vendita.
Tipologie di Costi Variabili
🔹 Costi Variabili Lineari
Questi costi aumentano in maniera proporzionale al volume di produzione o vendita. Ad esempio, in una pizzeria, il costo della mozzarella per ogni pizza resta invariato indipendentemente dal numero di pizze prodotte.
🔹 Costi Variabili Degressivi
Con l’aumentare della produzione, il costo unitario può ridursi grazie all’economia di scala. Un’azienda che acquista grandi quantità di materie prime può ottenere sconti sui prezzi, riducendo il costo variabile medio per unità.
🔹 Costi Variabili Progressivi
Al contrario, ci sono casi in cui i costi unitari aumentano all’aumentare della produzione. Ad esempio, un’azienda che deve pagare il personale per lavoro straordinario avrà un costo orario più alto rispetto a quello standard.
L’Importanza della Classificazione dei Costi nella Gestione Aziendale
Comprendere la distinzione tra costi fissi e variabili è essenziale per:
✅ Determinare il punto di pareggio (break-even point) e capire quante unità devono essere vendute per coprire tutti i costi.
✅ Ottimizzare i margini di contribuzione, ovvero la differenza tra ricavi e costi variabili.
✅ Migliorare la leva operativa, ossia l’effetto della variazione dei ricavi sulla redditività aziendale.
✅ Sviluppare strategie di pricing più efficaci.
Conclusione
La distinzione tra costi fissi e variabili è un tassello fondamentale della gestione aziendale. Un’analisi accurata consente di ottimizzare la redditività, migliorare la pianificazione finanziaria e prendere decisioni strategiche più informate.
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